La storia ha valore
L’orologeria di qualità sembra i do di resistere alla crisi, come dimostra anche il mercato
dei pezzi d’epoca: il collezionismo è florido e la più importante casa d’aste del settore ha lanciato perfino un Valuation Day per stimare i modelli da polso dei privati. Tra passione e opportunità.
Tra passione e investimento, curiosità e ricerca, il collezionismo in tutte le sue forme è da sempre la carta vincente dell’orologeria. Se in passato gli artigiani di maggior talento lavoravano quasi esclusivamente per le raccolte private di aristocratici o ricchi commercianti, ai giorni nostri è stato proprio il collezionismo a contribuire in maniera determinante al successo di pubblico e al rinascimento industriale che ha interessato il mondo degli strumenti del tempo dagli anni Novanta in poi.Tutto era nato con l’avvento del quarzo. Non trovando più una soddisfacente offerta di modelli di gusto classico e animati da movimenti meccanici, gli appassionati si sono rivolti alle produzioni d’epoca. I marchi più storici e qualificati hanno pensato bene di rimettersi al lavoro su nuovi modelli tecnologicamente avanzati, ma di tipo tradizionale, che hanno rilanciato l’orologeria di qualità. Quella da polso in particolare, che sembra in grado di resistere anche alla crisi di quest’ultimo periodo. Guardando quotazioni e movimenti di mercato, infatti, orologi e automobili sono gli unici oggetti che continuano a muovere con una certa facilità acquisti e interesse, e soprattutto a mantenere il valore nel tempo, dai pezzi rari ed eccezionali a quelli più accessibili e popolari. Lo conferma Valuation Day, un’iniziativa promossa a livello internazionale da Antiquorum, casa d’aste specializzata in orologeria, fondata a Ginevra una quarantina d’anni fa. Chiunque, su appuntamento o in giorni stabiliti in diverse sedi, ha potuto far stimare i propri orologi, anche per inserirli in una sessione di vendite all’incanto. Un modo per coinvolgere un pubblico sempre più ampio, ma anche per vincere le riserve di chi non è abituato a far valutare i propri beni. “Il pubblico, che è già venuto numeroso da noi”, afferma Giovanni Varesi, Watch expert di Antiquorum per la sede di Milano, “è a proprio agio perché sa che, per la sua natura, una casa d’aste, a differenza di un negozio, che può puntare al ribasso in cerca di un acquisto vantaggioso, non compera ma valuta, e mette sul mercato gli orologi al miglior prezzo possibile, poiché il suo guadagno è una percentuale sulla vendita”.
Questo ha favorito il successo dell’iniziativa, a cui ha aderito un pubblico molto variegato, che può rappresentare uno spaccato interessante del fenomeno che si è creato intorno agli oggetti di valore. ” Il nostro Valuation Day”, continua Varesi, “ci fa incontrare l’appassionato ben introdotto nell’ambiente, che vuole mettere all’asta un orologio per acquistarne un altro che desidera di più, ma anche persone che hanno ereditato o trovato in casa qualcosa di cui si vogliono elegantemente liberare, pur non conoscendone il valore. Qualcuno, è vero, si avvicina anche per bisogno, ma non più che in passato. Molti infine rifiutano la stima proposta, dimostrando ancora una volta che si trattava più di curiosità che di vera e propria necessità”.
Una curiosità libera da qualsiasi impegno, che in molti casi comprende anche il meccanismo stesso dell’asta, in cui il gusto del gioco al rialzo del prezzo è motivo di forte attrazione per molti dei presenti in sala. Dall’incrocio dei dati e in base a offerta, domanda e rarità, si può scremare il meglio del mercato di settore, dove la marca è importante, ma ancor di più lo sono lo spazio e la notorietà che un modello è riuscito a ritagliarsi in quello stesso brand.
Così, anche grazie ai consigli dell’esperto di Antiquorum, ecco alcuni fra i pezzi da collezione più ricercati: il marchio Rolex è sempre in pole position nei desideri degli appassionati con i Daytona, seguito da Patek Philippe con i Calatrava e i Nautilus e dal fenomeno di tendenza che risponde al nome di Panerai, con il suo modello-base Luminor. Audemars Piguet si fa apprezzare per i Royal Oak e i Complicati, mentre il Reverso è l’intramontabile best-seller di Jagger–LeCoultre. Si difendono anche molto bene gli Speedmaster di Omega, i Monaco di Heuer e i Navitimer di Breitling. Tutti i modelli realizzati tra gli anni 60 e i 90, e riprodotti in vario modo in repliche, in cui a volte la differenza la fa un meccanismo a carica manuale rispetto a uno automatico, perché tanta della passione passa attraverso il gesto quotidiano di ricaricarli.
Source: GQ Italia
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